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MEDEA IN CORINTO

di Giovanni Simone Mayr

Melodramma tragico in due atti
Libretto di Felice Romani
Prima rappresentazione assoluta nell’edizione critica
di Paolo Rossini per G. Ricordi & Co, Milano


Creonte ROBERTO LORENZI
Egeo ENEA SCALA
Medea DAVINIA RODRIGUEZ
Giasone MICHAEL SPYRES 
Creusa MICHAELA MARCU
Evandro PAOLO CAUTERUCCIO
Ismene NOZOMI KATO* 
Tideo MARCO STEFANI


Maestro concertatore e direttore d’orchestra FABIO LUISI
Regia BENEDETTO SICCA


Danzatori Fattoria Vittadini: CHIARA AMEGLIO, CESARE BENEDETTI

 

Movers: Arianna Cardone, Alessandro Colaninno, Maria Teresa Curri, Alessandra Gaeta, Sebastiano Geronimo, Veronica Lomartire, Daniele Nardelli, Davide Nardelli, Aurelia Semeraro, Marcella Semeraro, Angelica Zito, Deborah Zito
Coreografie RICCARDO OLIVIER


Scene MARIA PAOLA DI FRANCESCO
Costumi TOMMASO LAGATTOLLA
Disegno luci MARCO GIUSTI

Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca
Maestro del coro Cornel Groza

Orchestra Internazionale d’Italia

Martina Franca - Palazzo Ducale - GIOVEDì 30 LUGLIO 2015, 21:00

 

Maestro di sala Carmen Santoro
Maestri collaboratori Anastasia Gromoglasova*, Antonia Valente*  
Maestri di palcoscenico Grazia Nigri, Quintiliano Palmisano 
Assistente del direttore d’orchestra Sesto Quatrini
Regista assistente Cecilia Ligorio
Assistente ai costumi Alessio Rosati

Scenografia Scrimieri Arredamenti, Martina Franca 
Costumi Atelier Brancato, Milano
Parrucche Audello, Torino
Attrezzeria Laboratorio del Festival della Valle d’Itria

* Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”

 

PRIMA: giovedì 30 luglio 2015, 21:30

REPLICHE: 2, 4 agosto 2015, 21:30

I personaggi, come ciascuno di noi, parlano guidati da quei suggeritori coercitivi che sono la nostra mente e le nostre emozioni; come noi, sono portati a dire e fare cose che non pensano, di cui si pentono e che creano equivoci e fraintendimenti. La principale fonte delle nostre psicomachie sono i nostri desideri. 

 

È tutta nella musica la catena di desideri che avvolge Medea e la rende un personaggio intrecciato ai propri ricordi. Medea è tutt’altro che monocolore, tutt’altro che solo accecata dall’odio e della sete di vendetta, tutt’altro che intenzionalmente direzionata verso l’epilogo. Medea è costretta, dall’ineluttabilità del destino tragico, a solcare il tracciato delle proprie emozioni ed a costruire un sentiero che la porti a compiere un infanticidio consapevole, ma non per questo desiderato.

 

La messa in scena propone una sintesi di spazio e di tempo. Lo spettacolo si apre in un grande, metaforico prato fiorito su cui, preceduta dai figli, arriva Medea: una donna, nella natura dispersa della propria memoria. Una donna che può controllare gli elementi ma non completamente le proprie emozioni. Una donna che tradita, disorientata e straniera attinge, come tutti, ai propri strumenti per riordinare il caos della propria anima. Una donna che tra questi strumenti annovera la magia: una forza ed un potere tali da poter agire sulle vite degli altri e neutralizzarli ove rappresentino una luce accesa sui propri lati oscuri. 

 

Sul prato, ora luogo della memoria, ora giardino del palazzo o luogo di raccolta degli ingredienti magici della fattucchiera Medea, si svolgeranno le vicende delle famiglie coinvolte in questa tragedia. Genitori e figli lo attraverseranno e vi deporranno le crepe della propria anima essiccandolo, ghiacciandolo. 

 

La magia è elemento fondamentale di questa Medea. La magia è lettura dell’altro come straniero; la plastica realizzazione della paura che abbiamo del diverso. La Magia muove i corpi in scena che divengono forme ed oggetti dello spazio. Uomini o bestie, manipolatori o manipolati. Nuclei di linguaggio in cui il canto ed il movimento si incontrano per produrre senso ed accordare le emozioni. 

 

Benedetto Sicca

 

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