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SHI - SI FACCIA

l viaggiatore: Simone Tangolo

Matteo: Roberto Abbondanza

L'uomo che guarda: Bruno Taddia

Pianoforte: Andrea Rebaudengo

Pianoforte: Paolo Gorini

Tekraktis Percussioni Ensemble 

Gianluca Saveri

Giulio Calandri

Cecilia Martellucci

Direttore: Carlo Boccadoro

Regia: Cecilia Ligorio

Regista collaboratore: Benedetto Sicca

Video: Igor Renzetti

Assistente volontario: Tomaso Santinon

Progettazione di scene costumi e luci: Accademia di Belle Arti di Macerata

Responsabile progetto: Enrico Pulsoni

Responsabile scenotecnica: Benito Leonori

Responsabile luci: Francesca Cecarini

Responsabile costumi: Giancarlo Colis

 

«Sono lunghe tutte le strade che conducono a ciò che il cuore brama», scriveva nel 1927 Joseph Conrad nel suo romanzo La linea d’ombra: questa frase, che ha ispirato Cecilia Ligorio nella stesura del suo lavoro, può ben riassumere le storie dei protagonisti del Macerata Opera Festival 2017, sia quelli in scena sia le figure che puntellano il legame con la città. Primo fra tutti Matteo Ricci, gesuita maceratese che alla fine del Cinquecento riuscì ad attuare una fruttuosa forma di comunicazione interculturale tra Europa e Cina, basata oltre che sul dizionario anche sulla cultura e sullo scambio di conoscenze; ammesso alla Corte Imperiale a Pechino, Ricci fu il primo occidentale ad essere sepolto il Cina per volere dell’Imperatore che, dopo averlo considerato in vita un interlocutore rispettabile e apprezzato, vergò la richiesta di sepoltura scrivendo: “Shi”, cioè “si faccia!”.

Figura mitica è ancora presentissima nella cultura cinese con il nome di Li Madou, diviene oggi protagonista del teatro musicale contemporaneo con una nuova creazione su libretto di Cecilia Ligorio e musica di Carlo Boccadoro, che ha scelto di scrivere la sua partitura «per due pianoforti e percussioni, organico che ritengo funzionale ai rapporti psicologici dei personaggi resi attraverso l’astrazione musicale»; la parte di Padre Ricci è affidata a un attore e poi a due baritoni «che, con la stessa tessitura, risultano omogenei e praticamente interscambiabili affinché, data l’unicità della persona, le due parti si fondano spesso insieme diventando quasi una voce sola».

«I tre personaggi del libretto sono tutti Matteo» – spiega Ligorio – «Il viaggiatore incarna il Matteo più giovane, quello che sta per partire, legato all’origine della vocazione, della necessità e della scelta del partire. L’uomo che guarda incarna il dubbio, la difficoltà di accettare la vita tale come si dipana, indipendentemente dai nostri desideri di fronte a noi. Rappresenta la lotta che ognuno di noi è costretto a fare nel proprio presente per sostenere la realtà del proprio presente. Matteo è l’uomo storico, l’uomo che invecchia, che muore. Questa piccola trinità costruisce una famiglia immaginaria, onirica, ma fondamentale per costruire gli equilibri e i contrappesi, i patti a cui si deve segretamente scendere per attraversare la solitudine di un’esperienza di vocazione così radicale. Nasce un dialogo intimo che diventa forma di sopravvivenza necessaria per superare le proprie paure e le proprie resistenze».

La terra e la carta sono le due materie alla base del progetto scenico curato dall’Accademia di Belle Arti di Macerata, che propone un Oriente narrato in maniera non didascalica, ma mediante impressioni e suggestioni concettualmente legate alle vicende del protagonista.

Nella musica di Boccadoro l’Oriente non è fatto di citazioni o facili immagini “da ristorante cinese”, non contiene riferimenti “pucciniani” né si affida a stilemi di vecchia avanguardia: «All’ascolto– sottolinea il compositore – ci si deve accostare sempre senza pregiudizi; la musica per Shi è una musica come qualsiasi altra; è ascoltabile da chiunque, anche da chi non è abituato al linguaggio contemporaneo; ho molto rispetto del pubblico e so di rivolgermi a persone intelligenti che sapranno capire la complessità di una partitura» (f.t.)

 

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